La magia del “labirinto” delle camelie di Laveno creato dal florovivaista Enrico Gasparini: «I fiori avvicinano l’uomo e la natura

Tra le varie perle che contraddistinguono la zona del Medio Verbano e dei laghi e in generale la provincia di Varese, va annoverato sicuramente anche l’affascinate “labirinto” delle camelie, situato nella frazione di Cerro a Laveno Mombello, a due passi dall’antica torbiera, che segna il confine con il territorio di Leggiuno.

L’idea di realizzare questo percorso immerso nella natura è venuta al florovivaista Enrico Gasparini, che con il suo genio ha saputo creare e costruire una profonda sinergia tra l’uomo e la natura.

Il signor Enrico, oltre ad aver realizzato questo labirinto lungo circa tre chilometri, è anche un appassionato collezionista di ceramica antica (piatti, tazzine, vasi) realizzate proprio a Laveno nel secolo scorso e utilizzate dai nostri nonni. Interessante è anche la sua particolare raccolta di tronchetti di diverse specie di piante presenti sul territorio del Lago Maggiore.

Per visitare questo bellissimo parco naturale, dove l’accesso è libero, si deve accedere tramite una strada sterrata nella località rurale di Vignola, battezzata da Gasparini “Repubblica” ed iniziare il percorso, rispettando la natura senza toccare le piante e fermandosi a meditare sulla lettura dei cartelli affissi lungo il percorso.  

Suggestivo è anche lo stagno naturale di acqua sorgiva denominato Kalmia, contornato da cipressi calvi. Un habitat naturale per la nidificazione di anatre selvatiche e altri esemplari di uccelli che Enrico e la figlia Erica gelosamente proteggono e nutrono, con tanto amore.

«Sono sempre stato appassionato della natura fin da giovanemi piace riconoscere le piante e tenere a mente il loro nome anche se complesso – racconta Gasparini –  a fare il giardiniere ho iniziato nel 1965, mi sono sempre più specializzato negli anni a far crescere come vivaista diverse piante, specialmente le camelie. Ricordo allora che il giardiniere doveva essere anche un artista. Veniva chiamato dai proprietari delle numerose ville in provincia di Varese e seguendo le loro indicazioni doveva abbellire e creare il giardino, in maniera diversa, a seconda dei gusti della signora che voleva differenziarsi dalle altre». 

«Bisognava creare abbinamento di colore giusto ed avere sempre i fiori, perché era usanza avere il mazzo dei fiori recisi del proprio giardino, a seconda del colore della tovaglia – continua Enrico – poi è cambiato tutto, c’è stata un’evoluzione anche in questo settore e l’arte del giardino  è stata abbandonata per ragioni economiche.  Cosi ho iniziato come vivaista facendo crescere piante e camelie e negli anni ne ho piantane parecchie sul terreno in Vignola».

Quello del florovivaista di Cerro è un racconto affascinante, dove la storia personale si intreccia con quella professionale. 

«Poi visto la mia età matura, ormai vicino agli ottanta anni, ho voluto lasciare qualcosa da vedere un messaggio da trasmettere, un momento da vivere in serenità lontano dai rumori e dallo stress e ho realizzato il labirinto che adesso esiste» prosegue Enrico che lancia un appello ai visitatori del labirinto. 

«Chiunque entri per cortesia rispetti la natura, le piante, il percorso. Non mi interessa far venire tanta gente, ma gli appassionati che ritrovano la pace con se stessi osservando le piante e rispettandole» afferma l’estroso giardiniere. 

Nel parco naturale di Cerro non ci sono soltanto vegetali ma anche animali che vivono nel loro habitat, in particolare volatili. 

«Costruisco personalmente casette di legno che metto a loro disposizione per cibarsi o nidificare – racconta Gasparini – però anche in questo caso se si vogliono vedere i volatili non bisogna non fare alcun tipo di rumore». 

Claudio Ferretti