Il Nuovo Cisalpino, nel segno di una tradizione culturale e politica, intende indicare nuovi percorsi alternativi al modello di vita globalizzata, nella quale tutto sembra costruito per ridurre le coscienze a sudditi del solo consumismo di massa e dove viene annullato qualsiasi pacifico tentativo di rivendicare un’autonomia decisionale su quale sia il nostro futuro.
Il foglio si propone come strumento per un nuovo concetto politico, ovvero il rifiutare che siano altri a stabilire e imporre cosa sia giusto per il territorio Settentrionale e quali debbano essere le sue aspirazioni.
Un rifiuto che fa del determinismo Autonomista uno sbocco storicamente rilevante e possibile per la nostra società e il suo raggiungimento sarà salutato come l’inizio di una contabilità nazionale più giusta ed uno stato più moderno. Si tratta di un nuovo piano di equilibrio sociale da aggiungersi all’edificio della storia del nostro paese, che si contrappone sia al marxismo leninista nemico delle patrie e dei valori nazionali, sia al brutale sistema neoliberista.
Questo percorso, definibile come la “Linea Verde Autonomista”, riprende le esperienze di due grandi intellettuali federalisti: Carlo Cattaneo e Gianfranco Miglio.
Essi furono due profili che, seppure in epoche diverse, ipotizzarono la strada maestra con cui estirpare l’attuale rovinoso sistema politico-assistenziale, facendo appello ed evocando appunto il territorio cisalpino.
L’idea comune dei due intellettuali, distanti tra loro di circa un secolo, fu quella di gettare le basi per un nuovo Stato che rendesse finalmente giustizia alle aspirazioni identitarie e autonomiste dei popoli che lo abitano.
Era inoltre fondamentale che si annullassero tutti i paradossi che, dal 1861 in avanti, accomunano tutti i cittadini in un’utopistica omogeneizzazione italiana, in una irreale caricatura costruita a tavolino, come fossimo divisi tra chi produce e chi pretende: cosa più falsa non fu detta, in quanto noi apprezziamo le diversità e solo con la loro valorizzazione si può ottenere una proficua comunione di intenti. Il Nuovo Cisalpino non è un salotto per élite vere o presunte tali e non si propone come una provocazione intellettuale che pretende di mettere in mostra la soluzione dei problemi: sarà piuttosto uno strumento di lavoro dove “artigiani padani” si confronteranno tra loro e offriranno un nuovo congegno, realmente capace di sollevare gli animi per ribellarsi a tutti i provvedimenti mirati a soffocare la nostra identità, le nostre origini.
Questo foglio sarà quindi un laboratorio di resistenza territoriale per la riscoperta e la diffusione di una cultura Autonomista in grado di ascoltare la nuova comunità trasversale composta da giovani, pensionati, lavoratori e piccoli/medi imprenditori del Settentrione: un’unica realtà che non vuole più subire le vessazioni dell’apparato nazionale centralista.
Il Nuovo Cisalpino è cosciente che questi nuovi soggetti rappresentano l’unica possibilità di opporsi al compromesso “giolittiano”, cioè al contratto di vertice tra speculatori e clientelismo che fu dapprima alla base della nascita dello Prima Repubblica in forma centralista e che oggi continua ad esistere mantenendo un forzoso status quo che favorisce pochi.
Questo Mezzo Informativo Autonomista, nel limite del suo spessore e delle sue competenze, sosterrà in tutti i modi la lotta per la creazione di uno Stato Federale che annulli sperperi e immoralità; che permetta alle generazioni del Nord, attuali e future, di conoscere la nostra storia locale per evitare disinformazione e soprattutto disinteresse e che faciliti i nostri giovani nel trovare quel lavoro di cui la nostra Terra ha bisogno, permettendo di salvaguardare tutte le nostre specificità.
L’uomo non è incline ad essere solo ed esclusivamente un semplice cittadino del mondo, ma sente la necessità di mantenere vive le sue tradizioni, i suoi legami con il proprio Heimat e la cultura dei suoi avi. Solo così si sente appagato in modo sostanziale e non solo in modo fittizio da quella filosofia materialistica che vorrebbe tutte le persone uguali e costruite con lo stampino, ma soprattutto senza idee, speranze e prospettive: veri e propri “pacchi etichettati” che contano solo come mere entità produttrici o consumatrici e rifiutate nella loro interezza di unità pensanti, operanti e capaci di sentimenti.
Nient’altro viene concesso all’automa del mondialismo, continuamente sottoposto ad una retorica infamante rivolta contro ciò che rimane ancora conforme alla natura, contro il contesto in cui il singolo si trova calato e nel quale vuole continuare a vivere serenamente a braccetto con le tradizioni proprie dei genitori.
Il Nuovo Cisalpino sarà un vero e proprio cuneo d’acciaio contro questo sistema che, con la complicità dei giganti della grande distribuzione e del guadagno ad ogni costo, sta annientando il nostro tessuto industriale e commerciale locale, portando cassa-integrazione e disperazione sociale. Il suo intento sarà quello di essere guida di un “nuovo impulso” per una nuova fase di germinazione spontanea di uomini finalmente liberi, in grado di sviluppare un progetto politico e culturale Autonomista credibile e poi diffondibile a tutte le diverse componenti ideologiche, partitiche, sindacali e sociali del territorio Settentrionale.
Questa spinta che cercheremo di dare deve essere da esempio non solo per il Nord, ma anche per il resto della penisola che finalmente potrà comprendere i benefici di essere autodeterminati nel proprio territorio.
Alessandro M.